Il Senato approva, in un unico articolo,
lo stesso testo licenziato dalla Camera un mese fa. Hanno votato a favore
Pdl e Lega; contrari Pd e Idv; mentre Udc e Svp si sono astenuti. Si
blocca così sul nascere l’opera del commissario ad acta, voluto dal Tar
del Lazio, per verificare l’inserimento a “pettine” dei precari: dovranno
attendere fino al 2011.
Nessuna
modifica: approvando in toto il testo approvato dalla Camera lo scorso 20
ottobre, il Senato, con 137 voti a favore, 113 i contrari e 7 astenuti, ha
convertito in legge il decreto 134/09. Che ha così efficacia immediata,
già dall’attuale anno scolastico.
Hanno
votato a favore Pdl e Lega. Contrari Pd e Idv, convinti che, nonostante
sia stato ribattezzato “salva-precari”, il provvedimento di fatto produce
effetti opposti. Udc e Svp si sono astenuti.
Anche
per motivi tecnici, legati ai pochi giorni a disposizione (il 24 novembre
il provvedimento sarebbe automaticamente decaduto), il testo approvato
dall’aula del Senato - riassunto nell’unico articolo “Disposizioni urgenti
per garantire la continuità del servizio scolastico per l'anno 2009/2010”
- è identico a quello dalla Camera: i circa cento emendamenti, presentati
da opposizione, ma anche da alcuni esponenti “autorevoli” in seno alle
Commissioni parlamentari, sono stati tutti bocciati.
Tra le
modifiche più discusse passa quindi la conferma, fino al 2011, del
regolamento, introdotto lo scorso aprile, delle graduatorie dei precari
con il sistema delle “code” su tre province in sostituzione di quello
tradizionale a “pettine”. Poi, tra due anni, tornerà in vigore la
possibilità, come avveniva fino al 2007, di spostarsi solo su una seconda
provincia ma rispettando l’effettivo punteggio acquisito. Si blocca così
quasi sul nascere la verifica, presso gli Uffici scolastici provinciali,
del commissario ad acta, Luciano Cannerozzi De Grazia, disposta dal Tar
del Lazio, che da alcuni giorni aveva cominciato a verificare se gli
uffici periferici del Miur avevano effettivamente inserito a “pettine” i
precari vincitori dei ricorsi (in prevalenza condotti dai legali dell’Anief)
sulle tre province prescelte.
Tra le
novità introdotte definitivamente dal decreto c’è poi quella, chiesta da
più parti, che non permetterà più ai candidati privatisti agli esami di
maturità di avere ‘sconti’: già dal 2010 per accedere alle prove finali
del quinto anno i privatisti dovranno infatti sostenere un esame
preliminare sulle materie previste dal piano di studi del quinto
superiore. L’esame non fa eccezioni: anche chi risulta in possesso della
promozione all'ultimo anno dovrà sottoporsi all’esame. Tra le altre
novità che coinvolgeranno circa 18.000 precari c’è quella dell’accesso
agli ammortizzatori sociali (per un massimo di 8 mesi) i tutti quelli che
hanno svolto supplenze per almeno 180 giorni nello scorso anno scolastico
ed anche attraverso la loro candidatura nelle graduatorie d’istituto.
Oltre all’indennità, già da quest’anno avranno la precedenza assoluta (nei
distretti prescelti) in caso di necessità da parte delle scuole per lo
svolgimento di supplenze brevi derivanti da assenze temporanee dei docenti
titolari.
Spazio
poi alla “sanatoria” per l’ultimo concorso svolto dagli aspiranti presidi
siciliani (non avrà così efficacia l’annullamento previsto con il decreto
140/2008) e la per una seconda verifica, ad opera di una diversa
commissione medico-legale, della necessità di assistere in via esclusiva
persone invalide ed alla base delle precedenze per l’assegnazione dei
trasferimenti.
Soddisfazione da parte del ministro Gelmini: "il Parlamento ha dimostrato
una grande sensibilità", ed è "un segnale importante", poichè "la
maggioranza prosegue sulla strada delle riforme". Il responsabile del Miur
ha anche ringraziato "il Parlamento che ha dimostrato una grande
sensibilità sul tema dei precari della scuola: si tratta di un segnale
importante perché i provvedimenti presi sono finalizzati a garantire il
regolare svolgimento dell`anno scolastico e ad assicurare la continuità
didattica".
Amaro il
commento dell’opposizione. "Sarebbe stato sufficiente applicare il piano
di assunzione triennale previsto nella Finanziaria del 2007 del Governo
Prodi – ha detto il senatore del Pd Antonio Rusconi, capogruppo in
commissione Istruzione – invece questo decreto non è altro che la piena
applicazione dell'articolo 64 della legge 133 del 2008, la norma che
prevede tagli per 8 miliardi nella scuola italiana".
Anche
per il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia, la decisione di
approvare il testo "è figlia del decreto taglia spese fortemente voluto
dal ministro Tremonti". Per il senatore si tratta di un "provvedimento
tampone che trasforma i precari in cassa integrati. Di fronte a tanta
irresponsabilità la nostra astensione vuole essere un modo per stare
vicino ai precari della scuola – ha concluso D'Alia - che sono tali non
per demerito ma a causa delle scelte politiche dei governi che si sono
succeduti dal 99 ad oggi".