sono sul piede di guerra, ma anche in Toscana sono
pronti a scendere in piazza. Perché da quando il ministro dell’Istruzione
ha dato il via libera alla riforma delle superiori in almeno la metà degli
istituti si è iniziato a tremare. Scompariranno 396 indirizzi
sperimentali, 51 progetti assistiti dal Ministero e poi miriadi di
innovazioni, spesso nemmeno autorizzate, tanto che nessuno sa bene quante
davvero siano. E’ una piccola giungla
che si è formata nel corso del tempo, in particolare a partire
dagli anni Novanta, grazie alcune piccole concessioni e all’autonomia
delle scuole. La riforma della Gelmini interverrà in modo drastico: i
licei saranno in totale sei, con 10 opzioni per gli studenti. Si sa che il
nuovo modello partirà gradualmente, coinvolgendo dall’anno scolastico
2010-2011 le prime e le seconde classi. E che entrerà a regime nel 2013.
Fin qui, tutto chiaro.
Purtroppo l’annuncio è della scorsa estate e alla fine di novembre mancano
ancora i regolamenti attuativi destinati a definire nei dettagli i
cambiamenti. E non si vedranno ancora per un po’. Le iscrizioni alle
scuole sono slittate di un mese, a fine febbraio, e intanto il malcontento
aumenta. A guidare il gruppo dei genitori
scontenti è il Virgilio di Milano. «Abbiamo avviato una
raccolta di firme - racconta Ruggero Vota - rappresentante dei genitori
nel consiglio d’istituto - ne abbiamo raccolte oltre seicento per chiedere
un confronto con tutti, dal ministero in giù per impedire l’approvazione
dei regolamenti di attuazione». I punti dolenti della riforma dal loro
punto di vista sono molti. «Scomparirebbe il Liceo delle Scienze Sociali e
anche l’insegnamento di Scienze Sociali dal liceo scientifico.
Risulterebbe soppressa totalmente la materia diritto ed economia e, se
anche si dovesse migliorare la riforma in questi punti, comunque
verrebbero meno docenti e ore di lezione».
E, quindi, via alle proteste con un’assemblea che si è
tenuta proprio ieri, e che è servita a capire che a unirsi alla protesta
sono anche molti altri istituti lombardi mentre dalla Toscana è arrivata
solidarietà e l’annuncio che presto nascerà una rete di istituti con
sperimentazioni contrari alla riforma. «Tutti insieme chiederemo al
ministero un rinvio di almeno un anno per permettere a chi iscriverà i
figli al prossimo anno possa farlo nella massima chiarezza, non come
avverrebbe adesso senza sapere che cosa accadrà degli studi dei loro
figli». La protesta è destinata ad
allargarsi: studenti, famiglie, docenti e dirigenti scolastici
dell'Istituto Volta di Lodi e dell'Istituto Cesaris di Casalpusterlengo
hanno ottenuto un’interrogazione parlamentare per chiedere di salvare le
loro sperimentazioni. In Veneto la Cgil ha diffuso volantini per invitare
alla protesta dirigenti scolastici e docenti. In Toscana hanno mandato
solidarietà ai genitori del Visconti di Milano e si stanno preparando per
fare altrettanto anche loro. E in Friuli, a Tolmezzo, le assemblee, per la
verità, sono iniziate più di un mese fa nell’aula magna del liceo
Paschini-Marchi dove alunni e docenti non vogliono veder cancellare le
quattro sperimentazioni. E poi ci sono i
genitori che devono iscrivere i figli alle superiori. «Vorrei
mandare mio figlio allo scientifico sportivo - spiega Andrea Calassi di
Roma - è importante fare molta attività fisica a scuola e avere un titolo
in grado di aprire anche porte diverse da quelle dei soliti concorsi. Ma
non capisco che cosa accadrà di questi licei» Dubbi a cui nessuno sa dare
risposta. Nemmeno gli ispettori
che in questi giorni stanno girando l’Italia in lungo e in largo
per conto del ministero. Stanno svolgendo seminari con i dirigenti, ben
suddivisi in gruppi di lavoro tematici. Raccolgono lamentele e consigli e
torneranno a Roma raccontando di una riforma che non piace a nessuno
all’interno delle scuole. Ma il ministro dell’Istruzione ha avvertito
tutti più volte: «Nessun rinvio. La riforma partirà dal 2010».