da LA STAMPA.it
24/11/2009
LA LETTERA
Nel mio liceo finirà il caos
sperimentazioni
MARIA STELLA GELMINI *
Caro direttore,
la Riforma dei Licei, come giustamente si osserva
sul suo giornale, cerca di uscire da una «giungla» di indirizzi
sperimentali, la maggioranza dei quali si trascina per inerzia da molti
anni. Uscire da questa situazione è necessario proprio per permettere ai
genitori di iscrivere con consapevolezza i propri figli a scuola.
O a un liceo o a un istituto tecnologico che abbia
una caratterizzazione specifica, definita e chiara. L’offerta formativa a
disposizione delle famiglie si arricchisce: si passa dagli attuali tre
licei (scientifico, classico e artistico) a sei percorsi liceali. Si
aggiungono, infatti, il liceo musicale-coreutico, il liceo linguistico e
il liceo delle scienze umane.
Con la Riforma si esce quindi da un quadro caotico
di sperimentazioni e indirizzi, spesso anche sovrapposti, che non era più
possibile sostenere. Le sperimentazioni per loro natura hanno un tempo
limitato, passato il quale o diventano ordinamento (perché riconosciute
valide) oppure devono chiudere. Proviamo con un esempio: nello scientifico
esiste la cosiddetta sperimentazione del Piano Nazionale Informatica. Era
stata introdotta proprio in concomitanza con un Piano nazionale promosso
dall’allora ministro Falcucci, quando si insegnava a programmare in Turbo
Pascal agli studenti. Da allora sono passati anni luce, lo scenario
tecnologico è talmente mutato che pensare alle nuove tecnologie in questi
termini risulta anacronistico. Eppure continuiamo per inerzia a proporre
ai genitori questa opzione, inducendoli a iscrivere i loro figli a un
indirizzo sperimentale che, per il solo fatto di chiamarsi così, si
presenta come «innovativo». Non credo si voglia difendere questo tipo di
orientamento. I genitori hanno il diritto di essere informati in modo
diverso.
Nell’articolo si lamenta, inoltre, la diminuzione
delle ore di lezione. Anche su questo punto è necessario proporre alcuni
dati. La più recente indagine Ocse sulla scuola in Italia ci rimprovera
appunto le troppe ore di lezione. I risultati delle prove di valutazione
delle università lo denunciano chiaramente. La media europea delle ore di
insegnamento nella secondaria è di 28 ore. I licei avranno orari diversi
tra loro: nei bienni si va dalle 27 ore dello scientifico, linguistico,
scienze umane e classico, alle 32 per il musicale ed alle 34
dell’artistico. Nel triennio tutte le ore aumentano: si andrà da un minimo
di 30 ad un massimo di 35. Negli Istituti tecnici le ore di lezione
complessivamente aumentano rispetto alla situazione attuale: si passa
dalle attuali 990 ore annue effettive a 1056 ore di lezione. La fisionomia
dei sei percorsi liceali, così come quella dei Tecnici e Professionali, è
già chiara da mesi; il Consiglio dei ministri ha approvato in prima
lettura il Regolamento dei Licei il 12 giugno. Purtroppo fino al 29
ottobre non è stato possibile ottenere dalla Conferenza Stato-Regioni i
pareri prescritti, da qui i ritardi nel percorso di approfondimento.
La fase di «Dialogo con la scuola» che è in corso
serve a mettere a fuoco ed a raccogliere proposte e suggerimenti circa
materie e caratterizzazioni disciplinari e contenutistiche di cui si terrà
conto nella stesura del Regolamento che andrà in approvazione definitiva a
dicembre.
Voglio inoltre ricordare che esiste per le scuole
un’opportunità importante. Gli istituti potranno utilizzare la quota di
autonomia per qualificare la propria offerta formativa. Questo dimostra
che è possibile conservare ampi spazi di progettazione.
* Ministro dell’Istruzione dell’Università e della
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