Quota del 20% per le scuole/4: i rischi da evitare
Il primo rischio da evitare è il seguente: un liceo che rilascia un diploma
liceale professionalizzante ha l’identità di un liceo o di un istituto
dell’istruzione e formazione professionale?
Le Regioni identificheranno profili professionali acquisibili, con il 20% di
adattamento, in tutti i licei o soltanto nei licei artistico, economico e
tecnologico? O magari solo negli ultimi due, vista la copiosità dei loro
indirizzi ‘vocazionali’ già orientati verso la professionalità? In questo caso,
non si creerebbero confusioni funzionali e culturali degne di considerazione,
visto che avremmo licei-licei, professionalmente non terminali, licei con
profili professionali acquisibili con l’adattamento del 20%, ma al proprio
interno articolati in percorsi sia senza, sia con il 20%? Non si rischia di
accreditare che esistano licei di serie A, B e C? Ma anche di squalificare il
liceo visto che tutto sarebbe liceo?
Il secondo rischio è che le Regioni potrebbero essere indotte a progettare il
proprio ordinamento dell’istruzione e formazione professionale, con i relativi
profili professionali, solo o soprattutto sul modello di quello per i licei.
Ciò potrebbe significare che la gradualità, la continuità longitudinale e la
ricchezza dei possibili profili professionali di durata variabile che dovrebbero
caratterizzare il sistema dell’istruzione e formazione professionale secondario
(14-18 anni) e superiore (18-23 anni) dovrebbero essere ricondotte
esclusivamente o soprattutto alla misura di quelli che si possono costruire e
prevedere dentro il piano di studi quinquennale dei licei (soprattutto economico
e tecnologico). Con la conseguenza di attenuare il convincimento di dotare anche
il nostro paese di un qualificato segmento formativo idoneo a valorizzare anche
l’esperienza del lavoro e dell’operatività.
24 ottobre 2005 |