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GILDA DEGLI INSEGNANTI |
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di Maurizio Tiriticco Siamo a Ferragosto e speriamo che non lo leggano! Possibile che la scelta del bisturi e del cacciavite – è una scelta difficile, perché richiede una grande competenza su come si interviene su una normativa pregressa, ma è l’unica scelta possibile – provochi solo una marcia del gambero? La stessa Moratti nella nota del 9 febbraio aveva cominciato a prendere le distanze dal portfolio almeno per tre motivi: la questione dell’IRC; la questione dei dati sensibili; la questione delle competenze che i solerti scrivani del Miur avevano scritte non solo facendo una gran confusione concettuale, ma anche graduandole – sempreché una competenza possa essere graduata – nelle linee guida con tre aggettivi, iniziale, intermedio, esperto, e nel portfolio con altri tre, elementare, maturo, esperto!! (2) Mi piace soltanto ricordare che nella sua relazione al Parlamento del 29 giugno il Ministro Fioroni ebbe a dire tra l’altro: “Anche sui dispositivi introdotti dal governo precedente, come il Portfolio e il Tutor, l’azione del governo non riguarda solo l’emendamento di ciò che è inadeguato o non praticabile; la nostra bussola sta nel restituire all’autonomia scolastica le scelte che le spettano, e la sua piena responsabilità”. Per quanto riguarda il tutor, la situazione è stata risolta in sede di trattativa sindacale, grazie alla quale finalmente è stato riconosciuto il principio che ciascun insegnante, in quanto tale, svolge già, accanto alle altre funzioni professionali che il contratto e la stessa deontologia prevedono, anche quella tutoriale. Ed ora? Si dovrà
riaprire un altro fronte per far fuori il portfolio? Ma quando si affronterà
seriamente la questione di fondo, che va molto al di là di un portfolio
tuttofarefaidaté, quella dei reali Obiettivi specifici di apprendimento relativi
alle competenze degli alunni alla fine della scuola media di cui all’articolo 8,
comma 1, lettera b del dpr 275/99? A meno che non sia più opportuno avviare il
medesimo discorso per la fine dell’obbligo di istruzione elevato ai 16 anni!
(1) Nella direttiva si legge testualmente al punto A 17: “favorire autonome scelte da parte delle scuole nell’adozione degli strumenti di valutazione individuale dell’alunno, che dovranno rispondere a criteri di flessibilità e progressività; in tale contesto andrà garantita la tutela della privacy degli alunni, dando applicazione, in attesa della pronuncia del Garante per la privacy, a quanto disposto con la nota ministeriale prot. 5596 del 12 giugno 2006, con particolare riferimento alla gestione dei dati sensibili degli alunni e all'inserimento, nel Portfolio delle Competenze individuali, della valutazione relativa alla religione cattolica”. Ma la nota 5596 lasciava chiaramente intendere, se non un ritorno alla scheda di valutazione pre-Moratti, per lo meno una sua legittimità: Infatti, testualmente si legge: “Ai fini della valutazione individuale dell'alunno, le istituzioni scolastiche, nell'ambito della loro autonomia, all'insegna dei criteri di flessibilità e progressività, possono, per il corrente anno, utilizzare sia gli strumenti valutativi individuati nelle Linee guida sul Portfolio, a suo tempo diramate, sia gli strumenti valutativi di cui alla precedente modulistica”. (2) Per una critica puntuale e ragionata sulla questione, rinvio al mio Certificazione delle competenze e consiglio di orientamento, in “Notizie della Scuola”, n. 8, 2005.
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