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GILDA DEGLI INSEGNANTI |
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La Direttiva ribadisce l’ovvio e di certo non può modificare leggi dello Stato e
dunque qualche manifestazione di sorpresa appare sinceramente imbarazzante.
Sarebbe interessante sapere chi ha scritto materialmente questa Direttiva e
chi ha scritto il testo della Relazione presentata da Fioroni alla Commissione
Cultura e Istruzione della Camera il 28 giugno scorso. Dubito sia stato Fioroni
in prima persona a farlo, perché il Ministro mi sembra una persona intelligente
lontano dai garbugli linguistici dei due documenti. La Direttiva è un misto di "scolastichese"
e "politichese" con forme linguistiche adatte ad annoiare e distrarre il
lettore. Suggerisco al Ministro di dotarsi in fretta di un bravo scrittore o di
un bravo correttore, in modo da redigere in futuro documenti leggibili che ci
allontanino dall’astruso "sanscrito" dei meandri ministeriali.
Sapere da dove deriva un documento è la base della sua interpretazione.
Ai tempi della grande Università parigina del 1200 tra San Tommaso e San
Bonaventura volarono documenti "grossi" e "gravi" e tutti i lettori per prima
cosa verificavano la tenuta aristotelica o platonica di quei testi. Sapere quale
ideologia o quale cultura stia dietro una legge o un documento ministeriale non
significa voler situare i bambini a "destra" o a "sinistra" (anche se io me li
ricordo i bambini in piazza contro la Riforma Moratti con i cartelli in mano e
al collo, messi non certo da Berlusconi), ma capire l’origine del provvedimento.
Se oggi le categorie sono "centrodestra" e "centrosinistra" è perché viviamo
all’interno di una "scolastica" decadente, laddove non c’è neppure un "ipse
dixit" aristotelico cui riferirsi.
L’ideologia o la visione del mondo non sono qualcosa che può stare fuori dalla
produzione legislativa o dalle direttive ministeriali e dunque per interpretare
bene quello che c’è scritto bisogna capire altrettanto bene da quale ideologia
originano quei documenti. L’individualizzazione dei percorsi didattici viene "da
sinistra", la loro personalizzazione "da destra": questo non vuol dire mettere i
bambini di qua o di là, ma capire quale parte della società si intende
rappresentare e perpetrare con una o l’altra scelta. Trent’anni di
individualizzazione hanno portato la società (non i docenti) "a destra" e a
chiedere maggiore "personalizzazione": capire il senso delle cose significa
parlarne con cognizione di causa. Dare il nome giusto alle cose è anche un passo
avanti nel tentativo di farsi capire da tutti, aristotelici o platonici che
siano. |