Il sindacato dei docenti interviene nel dibattito sulle
prove finali
La Gilda: «Gli esami di Stato vanno rafforzati, non aboliti»
di an. ma.
Gli esami di Stato non vanno aboliti, ma rafforzati. Lo afferma la Gilda, il
sindacato degli insegnanti che sottolinea come sia necessario “recuperarne
interamente il senso e la serietà”. «La nostra associazione, a cui appartengono
solo docenti - sostiene Francesco Bortolotto, coordinatore regionale Gilda -
porta avanti da anni questa tesi, peraltro supportata da nomi insigni, da Mario
Pirani a Lucio Russo. Il motivo che ci oppone agli abolizionisti quali Angelo
Panebianco è molto semplice: riteniamo, e non per spirito corporativo, ma per
logica professionale, che debbano essere coloro che conoscono il “mestiere” a
decidere sulle competenze degli alunni».
Chiedere al mercato di giudicare sarebbe come chiedere ad un sarto di giudicare
il lavoro di un ingegnere. «Una sciocchezza - riprende il coordinatore Gilda -
il punto è che il mercato vuole fagocitare la scuola, piegarla ai sui interessi
di efficienza e di profitto, in altre parole ucciderla. Ma la scuola non può
essere trasformata in un grande corso di formazione al lavoro. Certo del lavoro
deve tener conto, ma deve anche far transitare bambini e adolescenti verso l'età
adulta, trasmettere cultura, formare cittadini».
Per il sindacato degli insegnanti l'attuale esame di maturità è sinonimo di
finzione. «Perché - spiega Bortolotto - gli esaminatori sono gli stessi
professori che hanno insegnato durante l'anno. Servono invece docenti esterni
(in questo senso buona la proposta presentata dall’Unione in campagna
elettorale) che attuino un controllo di tipo professionale su colleghi e
studenti. E soprattutto serve una scelta di base: vogliamo continuare con la
promozione quasi garantita, favorendo così il disimpegno e il lassismo? O
vogliamo piuttosto recuperare una seria selezione? E questo non per escludere,
ma per orientare all'interno del percorso scolastico in modo conforme alle
capacità e all'impegno. Questa sarebbe una lezione di vita. E sicuramente anche
una lezione “di mercato”».
15 luglio 2006 |