Decreto legge per rifare la Moratti
C'è tempo fino al 2008. Non ci sarà una nuova legge quadro
Un decreto legge per riformare la riforma Moratti. Il ministero dell'istruzione
presenterà, entro il prossimo giovedì, un emendamento al decreto legge di
proroga termini (n. 325), in discussione al senato. La proposta ministeriale
allunga in sostanza di 18 mesi, fino ad arrivare al 2008, i termini previsti
dalla stessa Moratti per apportare eventuali modifiche ai decreti attuativi
della legge n. 53/2003. La proroga riguarda, secondo quanto risulta a ItaliaOggi,
quattro provvedimenti chiave della riforma: il diritto/dovere (decreto n.
76/2005), l'alternanza tra scuola e lavoro (decreto n. 77/2005), il secondo
ciclo d'istruzione (n. 226/2005), la formazione e il reclutamento dei docenti
(n. 227/2005). Per questi decreti erano infatti ancora aperti i varchi di
intervento previsti da Letizia Moratti. Solo che a utilizzare questi varchi ora
sarà il nuovo ministero. E ci sarà più tempo, fino ad arrivare al 2008. Restano
invece fuori dalla riapertura delle deleghe il primo ciclo (decreto n. 59/2004)
e l'Invalsi (decreto n. 286/2004). In questi casi, infatti, i 18 mesi di
intervento sono già scaduti: il 2 settembre scorso, per il primo; il 16 giugno
di quest'anno, per il secondo. E il ministero non è voluto intervenire a delega
già scaduta.
Avranno forse avuto un peso in questa decisione le indicazioni fatte trapelare
dal Quirinale, con le quali ha dovuto già fare i conti il guardasigilli,
Clemente Mastella. Nessuna forzatura normativa, ha preteso il Colle presieduto
da Giorgio Napolitano, nel rivedere riforme varate dal precedente esecutivo.
E così per questi due filoni, scuola primaria e Invalsi, non ci saranno
interventi legislativi. Correzioni, però, sì, utilizzando le armi della
regolamentazione amministrativa (a cui Beppe Fioroni ha già fatto ampio ricorso
in queste settimane) e contrattuale. È il caso degli anticipi e del tutor:
amministrativo il primo intervento allo studio; accordo con i sindacati per il
secondo. Il tutto all'insegna della linea soft della microchirurgia normativa,
decisa dal nuovo dicastero.
Grazie all'emendamento al dl, invece, ci saranno più tempo e maggiori spazi di
intervento per modificaare, per esempio, il diritto-dovere all'istruzione, e
introdurre quel biennio obbligatorio per tutti, ma non unitario, come più volte
chiarito dal viceministro all'istruzione, Mariangela Bastico; oppure, per
ridisegnare il sistema delle superiori con tutto quello che ne consegue: nuovi
licei, istituti tecnici, formazione professionale. Ma anche per stabilire
standard minimi di qualità per l'alternanza scuola-lavoro, che il ministero pare
intenzionato a confermare. E comunque la parola d'ordine, in tutti i casi, è
sempre quella di non fare interventi a gamba tesa.
I vertici del ministero stanno lavorando a una lunga lista di tavoli di
confronto e centri di ascolto, anche via internet, da aprire a tutte le
componenti della scuola. Obiettivo: evitare nuove barricate, nessuno vuole lo
scontento in piazza, come avvenuto con Letizia Moratti o con Luigi Berlinguer.
20 giugno 2006 |