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Tornano le commissioni miste e i voti di ammissione.

Prove in laboratorio negli istituti tecnici


di Elena Romanazzi


Roma. Torna la parola «ammesso» per l’esame di maturità e i più bravi avranno un credito finanziario (una borsa di studio) che potranno spendere all’Università. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni, ai sindacati ha presentato la proposta di legge di riforma dell’esame di Stato. Sono diverse le novità contenute nel disegno di legge che verrà sottoposto domani all’esame di palazzo Chigi. Solo gli studenti che avranno superato lo sbarramento dello scrutinio finale potranno fare l’esame e, forse già per il prossimo anno, sempre che i tempi parlamentari lo consentano, si troveranno di fronte a commissioni tutte diverse.

Tornano infatti i membri esterni. Le commissioni, in base al disegno di legge, saranno così composte: tre membri più il presidente saranno esterni, tre saranno i docenti interni alla scuola. Ogni commissione potrà esaminare al massimo 70 studenti (due classi più la quota di privatisti). E per quanto riguarda il sistema delle votazioni verrà assegnato un credito massimo di 25 punti percentuali (prima erano 20), stabilito in base all’intero percorso scolastico. Sul fronte delle prove il ministro ha, invece, apportato solo alcune modifiche. La terza prova dovrà essere ripensata valorizzando le risorse dei docenti. E per quanto concerne gli istituti tecnici-professionali gli studenti si dovranno misurare non solo con la teoria (come accade oggi) ma anche con la pratica (come avviene per gli istituti artistici), le prove d’esame pertanto si terranno nei laboratori. L’ambizioso obiettivo del ministro è quello di creare un intreccio reale con il mondo universitario. Per questa ragione Fioroni punta a portare i professori universitari nelle scuole per un’attività di orientamento dei ragazzi nell’ultimo anno di liceo in modo da dare un valore in più al diploma e per accedere poi alle prove di ammissione nelle università. Sarà giro di vite sui diplomifici e sui privatisti. Il ministro, nel disegno di legge, prevede infatti che possa accedere all’esame di maturità saltando un anno, ovvero passando dal quarto liceo direttamente all’esame, solo chi ha la media dell’8 nel quarto e quella del 7 negli anni precedenti. Il salto può essere fatto solo dai ragazzi che non siano mai bocciati. Positivo il commento dei sindacati. «Il ddl - spiega Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola - va nella direzione giusta. Bisogna poi vedere cosa succederà nel percorso di approvazione da parte del Parlamento, che però dovrà essere rapido, in modo da dare entro dicembre certezze a docenti e studenti su come sarà l’esame».

Soddisfatti anche il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio
, e Enrico Panini della Cgil secondo il quale «con il ritorno dei commissari esterni finalmente si cancella una scelta sbagliata del precedente ministro». Sul fronte politico la proposta del ministro non è stata accolta positivamente da Rifondazione comunista. Loredana Fraleone, membro della segreteria di Prc, considera la riforma «deludente». Si torna - spiega Fraleone alle commissioni per metà esterne «riducendo in modo significativo il regalo della Moratti ai diplomifici privati, ma non si modifica il sistema di valutazione che viene mantenuto nella sua rigidità a compartimenti stagni». Critica l’opposizione. Michelino Davico, capogruppo della Lega in commissione Cultura, boccia senza appello il ritorno alle «commissioni esterne», salvo che queste siano composte da «rappresentati degli ordini professionali, sindacati, esponenti del mondo economico e sociale».



3 agosto 2006