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GILDA DEGLI INSEGNANTI |
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Disapplicata anche la normativa che consentiva alle scuole di assumere esperti con contratti d’opera per introdurre nuovi insegnamenti opzionali e facoltativi nel piano dell’offerta formativa. Insomma, dal 1° settembre prossimo le scuole primarie (le più colpite dagli effetti dell’introduzione del tutor) potranno mandare in soffitta la maestra prevalente e potranno reintrodurre l’organizzazione modulare. E anche le scuole dell’infanzia e le scuole medie potranno ritornare all’organizzazione precedente del lavoro, azzerando le gerarchie introdotte dalla riforma Moratti. «A settembre gli insegnanti potranno andare a lavorare con maggiore serenità, senza tutor e senza portfolio», ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti a margine dell’incontro. «E ciò anche grazie alla Gilda, che ha sollecitato per prima l’amministrazione e le organizzazioni sindacali», ha concluso Di Meglio, «affinché si giungesse a un accordo in tempo utile per l’avvio dell’anno scolastico». «L’intesa raggiunta è positiva», mette in evidenza Massimo Di Menna, segretario generale della Uil scuola, «perché contribuisce a dare elementi chiari e concreti agli insegnanti e alle scuole del primo ciclo dell’istruzione già per l’avvio del prossimo anno scolastico e punta sul valore della professionalità degli insegnanti e sulle opportunità organizzative e didattiche dell’autonomia scolastica». Si conclude, dunque, con un colpo di spugna, l’annosa querelle sul tutor che, nella passata legislatura, ha opposto sindacati e amministrazione in un lungo braccio di ferro. Ecco una breve esposizione dell'antefatto. Il tutor. La figura è prevista dal decreto legislativo 59/04 che all’art. 7, quinto comma dopo aver confermato che il perseguimento delle finalità della scuola primaria, assicurate dalla personalizzazione dei piani di studio, è affidate a docenti responsabili delle attività educative e didattiche, dispone e delinea la figura del tutor. Dal medesimo articolo, al comma settimo, si evince che il dirigente scolastico assegna i docenti alle classi, e quindi anche il docente tutor, sulla base dei criteri generali definiti dal collegio dei docenti. Perlomeno stando a quanto riportato in una circolare emanata dall’ufficio scolastico regionale della Sardegna il 21 settembre 2004 (disponibile sul sito: http://web.tiscali.it/direzionegenerale/riforrma.htm). Il portfolio. Il docente tutor cura anche il portfolio: un nuovo tipo di pagella, per la cui compilazione si è sempre navigato a vista, a causa dell’incertezza del quadro normativo che avrebbe dovuto regolarne l’impiego. Per cercare di tamponare la situazione il ministero dell’istruzione, nella scorsa legislatura attivò anche un servizio di faq sul sito internet di viale Trastevere: http://www.istruzione.it Ma per il tutor ci vuole il contratto. Il tutor e il portfolio, però, sono adempimenti che integrano e modificano la prestazione professionale dei docenti. E siccome il rapporto di lavoro è regolate dal contratto, per introdurre il tutor, l’amministrazione centrale avrebbe dovuto stipulare un apposite contratto con i sindacati rappresentati della scuola. La trattativa, peraltro, venne avviata il 14 ottobre 2004. E in quell’occasione l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) consegnò ai sindacati una bozza di articolato che, però, prevedeva retribuzioni minime per coloro che avrebbero dovuto svolgere l’incarico. Ciò indusse i sindacati a non accettare la proposta e, da allora, non si è saputo più nulla. Salvo riprendere il discorso ieri, 17 luglio, e chiudere rapidamente la trattativa con la stipula dell’accordo.
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