GILDA DEGLI INSEGNANTI

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La bugia del tempo pieno a Napoli


Barbara Pianta Lopis

Caro Ministro Fioroni, la prego non parli di tempo pieno a Napoli, ma soprattutto di tempo pieno a Scampia.
Se non lo sa, allora glielo dico io, perché a Napoli il tempo pieno è quasi inesistente. Tre le motivazioni principali:
1. Strutture inadeguate,
2. Alta disoccupazione
3. disincentivazione all’atto delle iscrizioni. Io mi ricordo ancora, quando ho iscritto il mio primo figlio a tempo pieno la prima volta, era l’anno scolastico 1998/1999.
L’unica scuola più vicina con il tempo pieno, non quella di fronte casa, a circa 1,5 km, mi ha costretto ad accompagnare mio figlio per ben 5 anni ogni mattina con la macchina. La scuola non ha refettori sufficienti per garantire una qualità di mensa decente, per cui a turno si mangia in classe, la palestra non è sufficiente a garantire le due ore di attività motorie (programmi dell’85) a tutte le classi, non ci sono laboratori, non ci sono sufficienti computer per tutti. All’atto dell’iscrizione si è fatto di tutto per dissuadermi da questo tipo di iscrizione, elencandomi tutti i difetti del tempo pieno. Solo dopo mia insistenza, hanno accettato l’iscrizione.
Non c’era nemmeno il Pof, all’atto dell’iscrizione! Non abbiamo cortile, che viene invece usato come parcheggio, non abbiamo un’aula di musica, non abbiamo una biblioteca degna di essere chiamata tale. I bambini passano tutto il giorno in classe, con attività frontali, interrotte qualche volta da lunghe ricreazioni.
Non abbiamo più le compresenze, e abbiamo sempre sopperito noi genitori per i materiali didattici, per non parlare di carta igienica e sapone.
A volte ho pensato di essere una madre troppo caparbia e ingiusta, nel scegliere un T. Pieno così poco “tempo pieno” e tanto “tempo vuoto” per i miei figli. In tali condizioni e con un alto tasso di disoccupazione femminile, quale genitore sceglierebbe 40 ore, invece di 30? (Pardon, 27+3 opzionali e facoltative!) E poi la prego non usi Scampia o altri quartieri degradati per giustificare il taglio di classi a T.P. al nord.
Lei dovrebbe conoscere molto bene il progetto “ SCUOLE APERTE”, molto pubblicizzato sull’onda dell’emergenza camorra a Napoli. Scuole aperte a Scampia e altri quartieri degradati, il pomeriggio.
Ma non con il tempo pieno, bensi con progetti ( finanziati fino a 50, 000 Euro l’uno), sotto la direzione della Regione, che vedono le Associazioni e le Parrocchie in collaborazione con le scuole.
Di fatto si è venuta a creare un’esternalizzazione del servizio del Tempo Pieno e Prolungato, con tutte le conseguenze che lei da politico di professione dovrebbe conoscere, in un territorio che ha sempre molta sete di finanziamenti extra. Mi risulta inoltre che i progetti siano stati avviati in solo 105 scuole, a fronte delle 612 che hanno presentato progetti tra finanziati e finanziabili, in tutta la Regione.
Avrei invece voluto vedere per Legge quel tempo pieno che la nostra sig.ra Moratti ha cancellato dal nostro T.U., e che un giorno si e uno no, si continua a dire che 27+3+10, rappresenta l’equivalente. Così nelle zone degradate e difficili, abbiamo garantito un bel 30+10, con progetti extracurriculari, a una minima parte degli alunni, invece di garantire ciò che sarebbe dovuto spettare a tutti/tutte per Legge (se fossero stati ripristinati “sic et simpliceter” i due articoli soppressi del TU, sul tempo prolungato e pieno). Non mi risulta nemmeno che siano stati presi provvedimenti relativi al tetto massimo imposto sulla costituzione delle classi del tempo pieno, cioè quello esistente ormai da anni, che non permette il reale implemento. (Quest’anno sono state chieste 120 classi a tempo pieno/prolungato in più in Campania, tutte rifiutate a causa del blocco regionale) Come vede anche noi del Sud abbiamo bisogno di più tempo scuola, quello disteso e pieno, ma soprattutto garantito a tutti/tutte gli alunni/alunne che soffrono chi più chi meno, della situazione precaria e di diffusa illegalità quotidiana tipica della nostra regione. Non chiediamo molto, ci accontenteremmo anche solo di poter recuperare quel gap che ci separa dal nord; ma non ci strumentalizzi per favore, perché lei sa meglio di me, che per fare buona scuola, basterebbe una buona Legge e un buon investimento.(Mi permetto allora di ricordarle la Legge di Iniziativa Popolare “Per una buona scuola per la Repubblica”, a cui lei non ha mai fatto alcun cenno ne’ di critica ne’ di merito). Non vogliamo progetti ad hoc, che tra l’altro non ci garantiscono quella continuità necessaria per progettare un programma serio e a lungo termine che affronti i veri problemi del disagio sociale e la semplice mancanza di strutture adeguate di socializzazione. Vorremmo semplicemente una scuola normale a tempo pieno e prolungato per Legge per tutti/tutte i nostri figli/figlie, con le strutture adeguate.
Una risposta sarebbe veramente gradita.

Barbara Pianta Lopis – mamma di tre ragazzi in cerca di risposte
Napoli



21 maggio 2007