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GILDA DEGLI INSEGNANTI |
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Il disegno di legge mira a favorire «quel processo di valorizzazione del merito che costituisce il momento di partenza per una effettiva inversione di tendenza della crisi che attraversa il Paese», come si legge nell'introduzione. La parte maggiormente interessante è quella delle deleghe da dare al governo su vari settori. Si comincia da scuola, università e ricerca. «Uno dei limiti principali dell'attuale sistema - è scritto nel testo - concerne l'assenza di procedure di valutazione dei singoli docenti e degli istituti scolastici e universitari, che consentano ai genitori ed agli studenti di scegliere i contesti formativi più efficaci ed efficienti, e che facciano crescere gli insegnanti ed i professori effettivamente meritevoli». Quindi, il disegno prevede di dare maggiori poteri ai dirigenti scolastici, di «agevolare la concorrenza piena tra le autonomie scolastiche mediante meccanismi di ripartizione delle risorse pubbliche in proporzione ai risultati formativi rilevati da un organismo terzo, il riconoscimento alle famiglie di voucher formativi da spendere nelle scuole pubbliche o private, la detraibilità delle eventuali donazioni alle autonomie scolastiche». Per i docenti si punta all'«eliminazione di ogni automatismo nelle progressioni retributive e di carriera degli insegnanti e la progressiva liberalizzazione della professione, e l'adozione di un sistema di reclutamento dei docenti universitari improntato alla valutazione dei risultati». La Pubblica amministrazione è il secondo capitolo. Via alle logiche e ai meccanismi di avanzamento burocratico delle carriere. Quindi il progetto mira a ad «abolire tutti gli automatismi nelle progressioni di carriera». E al contrario a «introdurre meccanismi effettivamente selettivi, nonché la progressiva estensione, per i dirigenti con ruoli apicali, dell'istituto della chiamata nominale su base fiduciaria, anche nel rispetto della ripartizione delle competenze avviata dai cosiddetti "decreti Bassanini", ed il rafforzamento di effettive condizioni di gestione manageriale nelle pubbliche amministrazioni».
Dal mondo del pubblico a quello del privato. E siamo al terzo
capitolo, quello del lavoro. E si attacca direttamente la
contrattazione collettiva, in quanto - si legge nel testo - «penalizza
i lavoratori maggiormente produttivi; il sistema di tutele e garanzie
dei lavoratori viene, in alcuni casi, strumentalizzato da soggetti che
non svolgono correttamente i propri compiti lavorativi». Per questo la
proposta di Forza Italia prevede «misure di valorizzazione del merito
individuale e della produttività aziendale: detassazione e
decontribuzione di premi produttività aziendali e dei compensi per le
invenzioni e le opere dell'ingegno, penalizzazione dello scarso
rendimento, il superamento degli aumenti retributivi e di carriera
legati all'anzianità di servizio ed alla sola presenza sul lavoro». |