Fioroni a Bologna
Intervento del Ministro all’apertura dell’anno scolastico 2006-2007
a Bologna il 14 settembre 2006
dalla La coordinatrice regionale della Gilda degli Insegnanti
Cinzia Piccinini, 15 settembre 2006.
Il lungo intervento del Ministro ha toccato molti temi, ribadendo e
chiarendo quanto scritto nella lettera e nella nota di indirizzo del
31 agosto. Si tratta per lo più di una serie di dichiarazioni di
intenti, molto precisi in quanto tali, ma senza nessun progetto
attuale per la loro realizzazione. Le parti evidenziate in giallo sono
evidentemente commenti.
MPI
A proposito del ripristino dei termini “Pubblica Istruzione” il
ministro ha ripreso i diritti fondamentali della nostra costituzione
al diritto e alla salute. La liberalizzazione del sistema scolastico,
sul quale è in corso un dibattito, la giudica non opportuna perché
metterebbe al centro della scuola non più lo studente ma il profitto,
e allora l’istruzione in gran parte del nostro territorio sparirebbe.
PARITÀ
Secondo il ministro la pubblica istruzione può declinarsi con la L. 62
secondo il criterio di sussidiarietà, di cui è esempio la gestione
delle scuole materne. Sottolinea poi che il governo precedente ha
tagliato i 167 milioni di euro che garantivano il diritto alla scuola
materna e “sarà duro ripristinarli nella finanziaria”. Sul bonus
scuola Fioroni ha affermato che è stato rimosso dalla precedente
finanziaria, il suo pensiero è comunque che non è equo dividere in
parti uguali fra soggetti diversi.
RIFORMA MORATTI
All’accusa di “aver detto troppo poco” il ministro rivendica la
necessità di rispettare l’autonomia delle scuole sancita dalla
Costituzione (quest’ultimo concetto è stato ripetuto più volte) che
lascia la possibilità ai Collegi dei Docenti di agire nella realtà
locale, quella che dà il senso di appartenenza alla comunità.
La Riforma secondo il ministro ha avuto ostacoli per tre errori: non
si conosceva l’oggetto da riformare, sembrava occuparsi soprattutto
dei ragazzi senza problemi, si consideravo le scuole, istituzioni
vaste e varie come aziende, mentre sono una comunità. Inoltre si
manteneva sempre alto il livello di conflittualità.
TUTOR
E’ stato delegificato nell’ambito della contrattazione sull’articolo
43 del CCNL. Culturalmente: divedeva gli insegnanti di una classe in
docenti dimezzati e caporali di giornata. Sia l’argomento tecnico che
la visione sui contenuti collimano con quanto ha sempre affermato
Gilda degli Insegnanti.
PORTFOLIO
Il Ministro è ancora in attesa di risposte dal garante sulla
riservatezza, ma già autonomamente afferma l’inopportunità di
scrittura su documenti di problemi di famiglia che possono essere
transeunti, il paragone che fa il Ministro è preso dalla sua
esperienza di medico: non è più opportuno, viste le malattie che
“isolano” socialmente il malato, scrivere alcuni dati dell’anamnesi.
Interessante però a questo proposito è il fatto che il ministro
insista a parlare non di Consiglio di classe, ma di “team educativo”.
È un caso?
ANTICIPI
L’anticipo a scuola risponde a un bisogno reale delle famiglie, ma il
ministro vorrebbe se possibile lasciare ai bambini anche la stagione
del gioco. La battuta sui bambini piccoli a scuola e genitori e nonni
vestiti da adolescenti è inevitabile.
II CICLO
Il governo si è preso diciotto mesi di tempo per la campagna di
ascolto e per la definizione della struttura delle superiori che si
vuole. A proposito della istruzione professionale alle Regioni pensa
che sia sbagliato affidare l’istruzione pubblica a due soggetti
diversi e “interpreta male” ciò che sta scritto nella Costituzione chi
considera l’istruzione professionale di competenza regionale. Tuttavia
occorrerà attendere le decisioni della Conferenza Stato-Regioni,
chiamata ironicamente “Terza Camera”.
OBBLIGO SCOLASTICO
È intenzione del Ministro innalzare l’accesso al lavoro a 16 anni e
fissare per legge una forte componente formativa nel lavoro tra 16 e
18 anni. Sull’apprendistato poi anche le associazioni dei datori di
lavoro devono comprendere queste esigenze. Tuttavia il ministro non
pensa, visto anche l’alto tasso di insuccessi scolastici nei primi due
anni delle superiori di poter mandare tutti i ragazzi di 14 e15 anni
nelle attuali scuole superiori. Occorre quindi un nuovo biennio.
INDICAZIONI NAZIONALI
Essendo per legge sperimentali sono ovviamente facoltative. Le
indicazioni nazionali devono essere come la “cornice di un quadro”.
VALUTAZIONE
La valutazione non deve essere vissuta dai docenti come un avviso di
garanzia: va fatta per indirizzare gli istituti. L’INVALSI tuttavia
non sembra al ministro un buon strumento: i risultati delle prove
INVALSI sono in qualche caso opposti a quelli PISA.
Esiste un accordo con l’ARAN (???) che prevede la valutazione anche ai
docenti, ma per realizzare quel sistema è prevista una spesa di 550
euro a docente. “Se ci fosse questa disponibilità si potrebbe metterli
in busta paga e sarebbe la migliore riforma”.
Tornando sulla valutazione degli studenti il ministro sottolinea che i
paesi dei migliori risultati sono anche quelli dei più numerosi
suicidi (nell’ordine: Finlandia, Corea del Sud e Giappone); negli
scritti degli studenti si respira un grande senso di abbandono e
paura; per questo il ministro pensa che nella distribuzione dei fondi
fra innovazione tecnologica e aggiornamento professionale la priorità
debba andare a quest’ultimo.
FINANZIARIA
A proposito di chi ritiene che in Italia ci siano 200.000 insegnanti
più del necessario il ministro ribadisce che oltre 80000 sono quelli
che garantiscono l’esistenza di 7000 piccoli comuni, circa 85000 si
occupano dei diversamente abili e il rapporto tra docenti e alunni, al
netto delle realtà citate, è solo di 0,3% sotto la media europea. Non
occorre fare tagli ma evitare sprechi: i distaccati devono gravare
sulle amministrazioni per cui lavorano e non ci possono essere regioni
con assenze molto più alte rispetto alle altre.
EDILIZIA SCOLASTICA
Occorre un piano quinquennale per mettere in sicurezza gli edifici
scolastici, in sinergia con gli enti locali.
PRECARI
Il problema dei Precari viene considerato un’emergenza della scuola.
Il ministro punta il dito sul sistema precarizzante: la soluzione sarà
completa solo se dopo aver sistemato i precari, si rivedrà il sistema.
(seguiranno le sintesi degli altri relatori della stessa giornata)
La coordinatrice regionale della
Gilda degli Insegnanti
Cinzia Piccinini
15 settembre 2006
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