09/11/2016 Riforma- Deleghe Buona Scuola, incontro al Miur

Nell´incontro si sono affrontate solo alcune delle deleghe, spostando l´analisi delle restanti ad un successivo incontro

Deleghe Buona Scuola, incontro al Miur 
La mattina di mercoledì 9 novembre presso il salone dei Ministri al MIUR si è tenuto tra Amministrazione e OO.SS. un primo incontro relativo all´informazione sullo stato delle deleghe previste dalla legge 107/15 (Buona Scuola).

Come capodelegazione dell´Amministrazione è presente la dott.ssa De Pasquale che introduce l´incontro comunicando che le bozze delle deleghe sono in fase di elaborazione e che alcune sono in fase di verifica avanzata da parte del MEF. La data prevista per l´approvazione dei decreti al Consiglio dei Ministri dovrebbe essere il 15-16 gennaio 2017.
Le bozze, che non sono state consegnate concretamente alle OO.SS., sarebbero oggetti di ulteriori modifiche e di osservazioni da parte delle OO.SS.
In questa riunione, vista la complessità della materia, si sono affrontate solo alcune delle deleghe spostando l´analisi delle restanti ad un successivo incontro (16 novembre ).
La dott.ssa De Pasquale ha quindi invitato i referenti degli uffici competenti di ciascuna delega a relazionare sullo stato dell´arte.

Il Dott. Pierro (Direzione dello Studente) ha presentato le linee guida della bozza inerente la delega sul diritto allo studio. In ottemperanza con il testo della legge 107/15 si tratta di un decreto snello e meno complesso di altri. Nel decreto saranno previste la garanzia della effettiva concretizzazione del diritto allo studio con riferimento ai LEP (livelli essenziali delle prestazioni) con effettività comprendente il percorso di studi obbligatorio (di norma biennio scuola secondaria di secondo grado). Si tratta di superare la sperequazione esistente a livello regionale con linee che garantiscano l´omogeneità dei LEP senza aumento degli oneri dal punto di vista del bilancio dello Stato. L´ISEE sarebbe punto di riferimento per le agevolazioni e le esenzioni per i singoli servizi (tasse scolastiche, trasporti, mense,ecc.). Si prevede un potenziamento dell´istruzione domiciliare e ospedaliera. Per le tasse scolastiche sono state trovate risorse aggiuntive per consentire ad una maggiore platea di interessati di usufruire degli esoneri (sempre a base ISEE). Per i trasporti si spingeranno gli EE.LL. per favorire i trasporti collegati alla mobilità sostenibile. Per i libri di testo si utilizzerà come MIUR il fondo di 193 milioni di euro appannaggio del Ministero degli Interni con un trasferimento accompagnato da specifiche norme. Saranno previsti 20 milioni per borse di studio finalizzate al superamento della sperequazione a livello regionale concentrando gli aiuti negli ultimi anni dell´istruzione superiore. Le finalità sono concernenti all´abbattimento della dispersione scolastica.
E prevista la Carta dello Studente come strumento per il diritto allo studio associata all´identità digitale (standard speed). E´ prevista una Conferenza Nazionale per il Diritto allo Studio per fare sintesi tra i soggetti coinvolti (regioni e MIUR in primis).

In merito all´Istruzione professionale, l´amministrazione prende atto che il DPR 87 (riforma Gelmini) ha portato problemi e difficoltà nella sua applicazione con una radicale diminuzione delle iscrizioni. Si tratta di fatto di un fallimento della legge. La materia appare complessa anche perché prevede l´interlocuzione con regioni e ministero del lavoro. La finalità della delega è riaffermare l´identità dell´istruzione professionale nei confronti dell´istruzione tecnica. Purtroppo vi sono situazioni in cui negli istituti professionali l´utenza appare caratterizzata (soprattutto nel centro-nord) da giovani immigrati e da situazioni di fragilità sociale. Bisogna tentare di ridurre l´alto tasso di abbandono degli studenti in particolare nel primo biennio.
Le linee guida della delega prevedono pertanto: la ridefinizione degli indirizzi di studio (sei indirizzi con opzioni, curvature, ecc.) riportando il sistema ad una linearità di 11 indirizzi superando il sistema delle articolazioni e delle opzioni; l´utilizzo da parte delle scuole nell´autonomia delle quote di flessibilità; l´innovazione delle metodologie con processi di individualizzazione dell´apprendimento; la costruzione progressiva di un percorso formativo individuale con un patto formativo individuale; l´aggregazione delle discipline per assi culturali; la riduzione delle materie di studio senza esuberi e sforamenti dell´organico; il potenziamento della didattica laboratoriale recuperando le attività di laboratorio e le compresenze. Si prevedono in questo senso (+ 40 milioni – 2017- poi 90 milioni in più negli anni successivi).
Nella bozza si prevede il recupero nella didattica degli ITP in esubero e un ricalcolo nei quadri orari del triennio delle ore a favore delle materie di indirizzo. Si passerebbe quindi dall´attuale 2+2+1 ad una scansione 2+1+1+1. In merito alle Qualifiche, l´amministrazione ha preso atto che la riforma Gelmini e successive modificazioni ha fallito. La scelta è quindi di ritornare a percorsi mirati almeno triennale. La delega riguarderà anche di rideterminare i rapporti con l´ifp regionale mediante un sistema di relazioni più stretto anche con la costituzione di Reti delle istituzioni scolastiche a livello territoriale.

In merito alla delega sulla Valutazione l´amministrazione (in modo abbastanza confuso) ha evidenziato la necessità di intervenire con modifiche della didattica mediante le metodologie innovative. Si tratterebbe di superare l´incoerenza normativa concernente la valutazione formativa mediante una ridefinizione della valutazione degli apprendimenti. Per il primo ciclo si prevede la sostituzione dei voti con lettere riferite ad indicatori nazionali in coerenza con indicazioni nazionali. Per quanto concerne la riduzione delle bocciature nella scuola primaria si tratta di limitare l´insuccesso scolastico a poche e chiare situazioni mentre bisognerebbe “uscire dall´ipocrisia nella secondaria di primo grado” laddove è normale la trasformazione dei 5 in 6 che sinora non è stata compresa dagli studenti. In questo senso è necessario che vi sia trasparenza e chiarezza della valutazione nel PTOF inserendo interventi di personalizzazione dei percorsi formativi per evitare la dispersione. Per ciò che concerne gli esami della secondaria di primo grado si conferma l´esclusione della prova invalsi e, pur mantenendo il modello attuale con l´unica novità della presidenza della commissione affidata al Dirigente Scolastico, saranno emanate indicazioni nazionali su come dovranno essere le prove d´esame con specifici indicatori di livelli. La prova Invalsi sarebbe collocata ad aprile per favorire l´autovalutazione e avrebbe ricadute anche informative sulle competenze di base. Non ci sarebbe in prospettiva più il tradizionale diploma ma una attestazione delle competenze.
Per l´esame del secondo ciclo (Esame di Stato) si prevede l´eliminazione della terza prova e la modifica del punteggio con peso 40 punti per i crediti scolastici di ammissione e 60 punti per le prove di esame. Il punteggio dei crediti dovrebbe avere una ponderazione più bassa per la terza per poi aumentare negli anni successivi. Le prove Invalsi sarebbero fuori dall´esame ma diventerebbero obbligatorie per sostenere l´esame. Saranno predisposte griglie nazionali per la correzione delle prove. La composizione della commissione rimane mista, così pure la scelta dei presidenti di commissione (si sconfessano le notizie circolate recentemente dalla stampa). La seconda prova e il colloquio saranno tarati per valorizzare il curricolo dello studente nella scuola. L´esame di maturità non cambia per quest´anno scolastico.

La dott.ssa Leoni ha relazionato invece sulla delega 0-6 anni: esisteva una grande ipoteca sui finanziamenti, ma Renzi in persona ha dato concretezza alla delega. Si tratta di quindi di coordinare competenze diverse (Regioni, EE.LL., privati). L´obiettivo è di arrivare ad almeno il 33% di copertura 0-3 anni con coerenza e diffusione nazionale. Sarà costituito un Fondo unico delle risorse che è un modo per poter vincolare risorse che le regioni ricevono ma possono ora essere utilizzate in modo diverso. Pur nel rispetto delle competenze degli EE.LL. il coordinamento dei servizi dell´infanzia sarà affidato al MIUR introducendo standard da rispettare per superare le differenze territoriali. La scuola dell´infanzia resta diversa dai nidi pur in un progetto integrato di natura educativa favorendo l´unitarietà della ricerca e l´innovazione didattica e metodologica per i piccoli. E´ previsto un importante investimento per l´edilizia scolastica per nidi e scuola dell´infanzia. Si favorirà la ripartenza della scuola dell´infanzia che ha avuto una flessione di iscrizioni negli ultimi anni con il rilancio delle sezioni primavera. Ci sarà per questo il passaggio diretto delle risorse ai comuni. Sarò definito inoltre un tetto massimo per la partecipazione delle famiglie alle spese con riferimento all´isee (per i nidi 0-3). L´amministrazione rimane ancora sul vago circa l´introduzione del potenziamento nella scuola dell´infanzia adducendo che si tratta di altro capitolo di bilancio e altro provvedimento. In merito al coordinamento pedagogico 0-3 deve essere risolto nella delega lo status giuridico e professionale del personale attualmente coinvolto.

La riunione sulle rimanenti deleghe (disabilità, reclutamento, testo unico, formazione iniziale, scuole italiane all´estero) è convocata il giorno 16 novembre.

La delegazione della FGU-Gilda degli Insegnanti ha preso atto delle comunicazioni del MIUR evidenziando le seguenti posizioni:
– Non è possibile esprimere un parere compiuto sullo stato delle deleghe finchè non ci sono testi scritti sui quali lavorare. La delegazione ha chiesto di avere per iscritto almeno le linee di riferimento essenziali delle deleghe.
– In merito all´istruzione professionale la FGU ha ricordato di essersi battuta con ogni mezzo per evitare la riforma Gelmini che all´epoca era stata improvvidamente difesa da pedagogisti, esperti del mercato del lavoro, ecc. Con soddisfazione prende atto che l´amministrazione ha ammesso che la riforma era ed è stata un vero fallimento portando gli istituti professionali allo sbando. Concorda sulla radicale revisione dell´attuale impianto che dovrebbe favorire la laboratorialità e il potenziamento delle compresenze degli ITP. Appare ancora confusa la normativa sul sistema delle qualifiche che risulta ancora frammentato. Sarebbe opportuno ritornare alla certezza del sistema della qualifiche così come era concepito pre-Gelmini. Prima di dare un giudizio serio è in ogni caso necessario avere un panorama sui nuovi quadri orario e sulle modalità di introduzione della nuova riforma.
– Sulla valutazione la FGU esprime grandi perplessità non solo perché in nome di un astratto “successo formativo” si impongono di fatto soluzioni che introducono l´ennesima modificazione delle griglie di valutazione e delle modalità di valutazione. Appare incredibile che si introducano lettere al posto dei voti laddove, a livello generale e culturale italiano, tutti tendono a commensurare giudizi e lettere in voti. Preoccupa soprattutto la filosofia di fondo che sottende l´impianto della delega, che spinge di fatto verso la riduzione delle possibili bocciature senza entrare nel merito dei motivi che possono portare all´insuccesso scolastico. Ciò determina confusione e apre le strade per pericolose scelte inerenti l´abolizione del valore legale del titolo di studio, derubricato a certificazione di competenze. Positiva è la scelta di togliere dall´esame di terza media le prove Invalsi, cosa richiesta da anni dalla Gilda, mentre appare pessima la scelta di inserire obbligatoriamente le prove Invalsi nell´ultimo anno della secondaria di secondo grado per essere ammessi all´Esame. Su questo intendiamo dare battaglia.
– Sulla delega 0-6 anni la relazione è stata ancora fumosa anche se è stato chiarito finalmente che le competenze e i ruoli tra nidi e scuola dell´infanzia saranno diversi. Non è ancora chiaro il livello di competenze professionali richieste per i nidi (laurea triennale??) e non è stato chiarito formalmente se e quanto peserà la decisione di introdurre il potenziamento nella scuola dell´infanzia. Senza un testo scritto appare impossibile fare osservazioni e proposte.

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